top of page
Immagine del redattoreNicola Guida

PER DOUGLAS KIRKLAND. UN PENSIERO.





in un periodo come questo, di guerra, crisi finanziaria e incertezze varie ci ha lasciato un’altro dei grandissimi protagonisti della fotografia mondiale, e l’ha fatto tamente in punta di piedi che il mondo quasi non se n’è accorto.

il due ottobre, a sommarsi a tutte le brutte notizie sui giornali, si è aggiunta quella della morte di Douglas Kirkland, che, all’età di 88 anni era ancora un tornado di pura energia e creatività, una leggenda vivente, che ha ritratto alcuni dei volti più iconici del XX e XXI secolo.

Di lui si raccontano tanti anedotti, quello che amo di più è che si raccontasse fosse incapace di scattare una brutta foto, forte della sua abilità di connettersi con in suoi soggetti in un modo unico, era in grado di catturare in uno scatto il carattere e l’essenza di chiunque fosse di fronte all’obiettivo della sua fotocamera.

Kirkland nacque nel 1934, a Toronto, e svilupò l’amore per la fotografia leggendo le copie di Life Magazine che suo padre riceveva in abbonamento per intrattenere i clienti del suo negozio di abiti.

Si fece regalare una Kodak Brownie, la sua prima macchina fotografica, che ancora oggi dopo più di 80 anni conservava, e non abbandonò mai questa sua passione, che lo portò a trasfersi dal Canada, dopo il liceo, negli USA, finendo a lavorare a più o meno a vent’anni, dopo un brevissimo apprendistato con Sherwin Greenberg, per Look Magazine, che nel 1961 incaricò questo giovane fotografo di ritrarre la bellezza accecante e eterea di Marilyn Monroe con la sua fidata Hasselblad.

“Era deliziosa” raccontò in seguito “io ero imbarazzato, ma lei disse “so di cosa abbiamo bisogno: di un letto, una bottiglia di DOm Perignon, qualche disco di Frank Sinatra e un lenzuolo di seta, perchè quello sarà l’unica cosa che vestirò”.

Meno di un anno dopo, Marilyn morì.

Fu proprio quella sessione fotografica, così intima, elegante e delicata, che lo rese celebre come ritrattista, la sua capacità di guadagnarsi la fiducia dei suoi soggetti divenne così leggendaria che, durante le riprese di Cleopatra nel 1963, Kirkland andò a un'intervista che Elizabeth Taylor aveva accettato di rilasciare a Look Magazine a Las Vegas, a condizione che non fossero scattate foto.

Kirkland fu mandato sul set con il giornalista, nella remota possibilità che la star gli avesse permesso di fotografarla.

Dopo essersi presentato come un nuovo acquisto per la rivista, Kirkland riuscì a convincere la Taylor a sedersi per alcune foto.

"queste fotografie hanno finito per lanciare la mia carriera", raccontò "Dopo che sono apparse sulla copertina e sulla rivista, sono state distribuite in tutto il mondo e io sono diventato un fotografo di celebrità, però quello che le ritraeva in buona fede".

Da allora ha fotografato artisti, dai colleghi Man Ray e Lartigue, a celebrità come Steven Hawkins, Wharol, Coco Chanel…e probabilmente si farebbe prima ad elencare chi non si è seduto di fronte alla sua fotocamera.

I suoi ritratti sono nelle più importanti collezioni del mondo, Il suo ritratto di Chaplin è esposto nella National Portrait Galley di Londra, e la sua mostra “Freeze frame” fa addirittura parte della collezione permanente della Academy of motion pictures di Beverly Hills.

Con la sua macchina fotografica ha viaggiato ovunque, rammaricandosi solo di non aver potuto fotografare mai in Antartide.

Douglas Kirkland è stato un uomo che vedeva naturalmente la vita attraverso un mirino.

E ora, dopo aver lavorato praticamente fino al suo ultimo giorno di vita, ha raggiunto la sua amata moglie Françoise, conosciuta mentre fotografava Audrey Hepburn…per fortuna abbiamo le sue immagini bellissime e iconiche, per ricordarci che grandissimo fotografo è stato.

Grazie, Douglas.



3 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page