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Immagine del redattoreNicola Guida

MEDITAZIONI SULLA FORMA

Articolo scritto per la rivista STANZE, di cui trovate contatti e link vari QUI


“Equilibrio e proporzione mi affascinano - proporzioni

definite dal negativo, dal formato di un libro,

o dalla vita - e così sono poi sempre soddisfatto,

se in esse ho trovato l’armonia.”



Quanto coraggio ci vuole per mandare tutto alle ortiche e fare di una passione una professione?

Tutto quello che ha avuto Andreas H. Bitesnich, a venticinque anni, per smettere di vendere lavatrici e fare il fotografo.

Quando un amico assistente fotografo gli mostra il suo book, l’unica cosa che riesce a pensare è “questa roba la posso fare anche io… però meglio”.

Come se bastasse il coraggio: per inseguire il sogno di diventare un fotografo di moda ci vuole anche altro, occorrono metodo e dedizione, e Bitesnich, con una macchina fotografica e un light set in cui aveva investito i suoi risparmi - e tutto quanto era riuscito ad ottenere vendendosi ogni

cosa, senza esperienza alcuna nel campo, da autodidatta - inizia a vivere, respirare, divorare fotografia.

Impara, esplora e sperimenta, da perfezionista, perchè “è l’unico modo per volare più in alto degli altri”.

Convince le modelle a posare per lui, con un approccio totalmente basato sul suo intuito.

Bitesnich pensava che nelle foto di nudo fosse stato raggiunto ogni traguardo, ma diceva anche: “credo tuttavia che ci sia un modo sempre nuovo di guardare il corpo umano, qualcosa di completamente unico che puoi trovare da te” e, “alla fine, sono sempre stupito di trovarlo”.

L'artista interagisce con le sue modelle prima di puntare la fotocamera su di loro, cerca di conoscerle, e questo porta alla luce il lato più bello dei soggetti, che diventa centrale, e potente, nelle sue immagini.

Ci vogliono dieci anni di intenso lavoro dagli inizi nella fotografia fino alla pubblicazione del suo primo libro, “Nudes”, nel 1998 – per sviluppare quello stile inimitabile nel ritrarre i nudi.

In questo primo decennio non solo trova il suo personale vocabolario fotografico, ma stabilisce un nuovo standard nel genere, facendo scalpore con il suo approccio scultoreo e l’illuminazione drammatica: cercando l’armonia, e nel contempo la tensione, il fisico perfetto delle sue modelle viene fatto inarcare, ruotare, e spesso è solo il gioco di luci sulla pelle a ricordarci che questa forma è umana; le sue opere riducono le forme del corpo a figure quasi geometriche, cancellando i confini tra un soggetto estetico e ciò che è sessualmente desiderabile.

Combinato con unʼaffinata padronanza della tecnica, questo metodo gli fornisce gli strumenti per ottenere l’immagine esatta che immagina.

Bitesnich porta la celebrazione della bellezza e dell’erotismo del corpo umano a tali estremi che i suoi nudi diventano vere e proprie meditazioni sul tema della “forma”.

Della sua fotografia si è detto che contiene la leggerezza di Howard Schatz, l’intensità di Mapplethorpe e il fascino di Demarchelier: tutti gli ingredienti giusti per una sofisticata fotografia di nudo.

E non sorprende alla fine che i corpi ritratti da quel ragazzo - che una volta scaricava elettrodomestici dai cassoni dei camion - abbiano attirato l’attenzione delle principali riviste

europee, finendo per venire pubblicati praticamente ovunque.


“Penso che una buona

fotografia debba suscitare

un’emozione, una reazione”


Nel 1998 va in stampa il suo primo libro, “Nudes”, che nello stesso anno vince il Kodak Photography Book Award.

Nel 2001 l’editore teNeues pubblica “Woman” e “Travel”, e un quarto titolo “On Form”, da cui è stata tratta l'immagine che correda questo articolo, nel 2003.

Il suo quinto volume “Polanude”, una raccolta delle sue migliori Polaroid, è del febbraio 2006.



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